Renato Ratti Rivoluzionò la cultura del vino.
“La unicità di origine da una determinata sottozona e la delimitazione della stessa, la classificazione delle caratteristiche delle diverse annate, l’affinamento in bottiglia per concedere e mantenere al vino distinzione, morbidezza, eleganza, lunga vita, sono tre momenti vissuti in prima persona, sono tre concetti che considero di nuovo stile” – Renato Ratti, 1971.
1934. Nasce Renato Ratti. Dopo gli studi di Enologia ad Alba "emigra" in Brasile dove si occupa della produzione di Vermouth e spumanti della Cinzano di S.Paolo: esperienze decisive per la crescita professionale e per le idee innovative che svilupperà nelle Langhe.
1965. Renato Ratti rientra in Piemonte ed acquista la prima vigna per la produzione di Barolo nella zona di Marcenasco, sotto l'Abbazia dell'Annunziata a La Morra. Nell'antica Abbazia viene vinificato il primo Barolo Marcenasco, proveniente da singolo vigneto (cru).
1969. Entra in azienda il nipote Massimo Martinelli, anch'egli enologo, con cui viene messa a punto la tecnica di vinificazione, maturazione ed affinamento del Barolo Marcenasco, per ottenere una ricercata eleganza, finezza e longevità di questo importante vino. Si accorciano i tempi di fermentazione e macerazione, si riducono a due gli anni di maturazione in legno, l'affinamento in bottiglia diventa fondamentale per l'evoluzione nel tempo: è un metodo completamente innovativo per la zona. Negli anni 70 nasce il "Museo Ratti dei Vini di Alba".
1980. Nominato presidente del Consorzio del Barolo e direttore del Consorzio dell'Asti, partecipa direttamente alla stesura dei disciplinari di produzione dei vini albesi ed in particolare della DOCG. Scrive numerosi libri sui vini piemontesi e italiani. Realizza la carta delle annate del Barolo, la carta delle sottozone storiche del Barolo e del Barbaresco, frutto di grande ricerca sul territorio.
1988. Dopo la sua prematura scomparsa entra in azienda il figlio Pietro, diplomato alla scuola di Enologia di Alba. Prosegue negli anni '90 l'ampliamento e la ristrutturazione dei vigneti di famiglia, e continua la ricerca di unicità di origine delle varie sottozone vocate.
2002. Inizia la costruzione della nuova cantina dell'Annunziata, la cui particolare struttura è garanzia del proseguo di quel lavoro di vinificazione e affinamento cominciato da Renato Ratti per mantenere il massimo rispetto dell'uva e del vigneto di origine.
“Qualità, ricerca, passione, rispetto della nostra storia e del nostro territorio con apertura verso il futuro sono i principi della nostra filosofia e l'espressione dei nostri vini” – Pietro Ratti, 2003.
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