È un vino dal color giallo paglierino. Il naso svela una grande complessità che spazia da un fruttato di ananas, pera e agrumi, ad una frutta secca che ricorda la nocciola, ma anche una traccia floreale dolce di acacia e di biancospino. In bocca presenta una buona intensità in cui emerge un perfetto equilibrio gusto-olfattivo. Freschezza e morbidezza si bilanciano piacevolmente in un corpo pieno ed avvolgente, chiudendo con un sorso morbido dalla lunga persistenza.
Il 'Radici' proviene dalla tenuta Santo Stefano al Sole, da vigne collocate a oltre 500 metri di altezza. La fermentazione avviene in serbatoi di acciaio, mentre l’affinamento si svolge soltanto in bottiglia per un periodo di 3 o 4 mesi.
Questo Fiano, dotato di un carattere tutto particolare per la sua tipologia, vuole essere un ritorno alle radici.
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È un vino dal color giallo paglierino. Il naso svela una grande complessità che spazia da un fruttato di ananas, pera e agrumi, ad una frutta secca che ricorda la nocciola, ma anche una traccia floreale dolce di acacia e di biancospino. In bocca presenta una buona intensità in cui emerge un perfetto equilibrio gusto-olfattivo. Freschezza e morbidezza si bilanciano piacevolmente in un corpo pieno ed avvolgente, chiudendo con un sorso morbido dalla lunga persistenza.
Il 'Radici' proviene dalla tenuta Santo Stefano al Sole, da vigne collocate a oltre 500 metri di altezza. La fermentazione avviene in serbatoi di acciaio, mentre l’affinamento si svolge soltanto in bottiglia per un periodo di 3 o 4 mesi.
Questo Fiano, dotato di un carattere tutto particolare per la sua tipologia, vuole essere un ritorno alle radici.
| Regione | ITALIA - Campania |
|---|---|
| Denominazione | Fiano di Avellino DOCG |
| Vitigno | Fiano |
| Annata | 2020 |
| Alcol (%) | 13,5 |
| Litri | 0,75 |
| Abbinamenti | Ideale con le carni bianche e i crostacei, accompagna egregiamente piatti a base di legumi |
L'azienda
|
MASTROBERARDINO
La famiglia Mastroberardino vive il contesto socioculturale vitivinicolo da oltre due secoli in base alle più attendibili ricostruzioni storiche. Le prime tracce della presenza in Irpinia risalgono al catasto borbonico, a metà del Settecento, epoca in cui la famiglia elesse il villaggio di Atripalda a proprio quartier generale, ove sono tuttora situate le antiche cantine. Di lì ebbe origine a una discendenza che legò indissolubilmente le proprie sorti al culto del vino. |
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